Nato in Francia a Chanteloup-en-Brie nel 1908, Henri Cartier-Bresson è forse stato il più grande fotografo di tutti i tempi. In grado di catturare il momento cruciale, le sue fotografie sprigionano la forza prorompente dell’attesa, ogni scatto muove dalla stoica pazienza del suo autore.
È stato tra i maggiori esponenti della fotografia umanista, il cui scopo era mostrare gli esseri umani inseriti nella società, con una maggiore attenzione per la vita di strada, la routine quotidiana e le classi sociali più svantaggiate.
Durante la guerra civile in Spagna e la Seconda guerra mondiale lavorò come fotoreporter documentando presso i luoghi di conflitto e acquisendo sempre più notorietà. Fu così che si ritrovò a realizzare i ritratti dei più noti protagonisti del 1900, come Matisse, Picasso o Marie Curie. Fu anche il primo giornalista occidentale a visitare l’URSS dopo la morte di Stalin e il primo fotografo a esporre le sue fotografie al Louvre di Parigi.
In tarda età tornò a dedicarsi alla pittura, la sua prima passione, senza mai rinunciare al tentativo di catturare il momento decisivo anche nei suoi dipinti. Si spense nell’agosto del 2004 a 95 anni.
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