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Consigli per allestire una mostra fotografica

Organizzare una mostra fotografica può essere un modo per promuovere la propria attività, per dare risalto ad artisti emergenti, oppure per arricchire un evento di spettacolo o una fiera locale.

La location

Le sale da esposizione sono le più indicate per una mostra fotografica, in quando hanno già a disposizione elementi come illuminazione e supporti. Tuttavia, qualsiasi luogo che dispone di uno spazio adeguato sulle pareti e dell’accesso al pubblico può servire allo scopo.

Alcuni artisti esibiscono le loro opere in caffé letterari, sale comunali o originali spazi ricavati in palazzi o monumenti antichi. L’importante è che le fotografie siano ben illuminate e siano presenti brochure illustrative o etichette per contestualizzare il percorso espositivo

Le stampe delle foto

La stampa delle foto deve essere di alta qualità e bisogna curare in modo impeccabile la presentazione. L’effetto finale deve richiamare quello di una serie di quadri, perché la fotografia è a tutti gli effetti un’opera d’arte.

Per aumentare la preziosità dell’allestimento, si può scegliere di incorniciare le foto esattamente come si farebbe per i quadri. A seconda delle intenzioni dell’artista, si possono inserire cornici a giorno, passepartout o si possono scegliere supporti rigidi particolari dove montare le foto.

La promozione

Per ultimo, qualsiasi mostra ha bisogno di una adeguata promozione. Ciò può avvenire a mezzo di stampa o, per ridurre i costi, anche via social. Si pubblicizza un evento fornendo tutte le informazioni sulle date della mostra, l’eventuale costo del biglietto e una presentazione delle opere.

Il vantaggio di poter fare promozione anche via social permette di ridurre i costi e, allo stesso tempo, di fare alcune prime stime sull’interesse del pubblico e il numero di persone che visiteranno la mostra.

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Gli specchi secondo l’arte del feng shui

Molti di voi avranno sicuramente sentito parlare di feng shui, l’arte divinatoria geomantica giapponese attraverso la quale è possibile realizzare un ambiente domestico dove l’armonia si riflette in ogni stanza. Secondo questa antichissima pratica, gli specchi hanno un ruolo fondamentale per arricchire la positività e l’energia della propria casa.

Dove posizionare gli specchi

Il corretto flusso energetico di qualsiasi stanza e dell’intera casa va rispettato e, quando possibile, ampliato. Nel feng shui, lo specchio ha il potere di riflettere l’energia positiva, ma la sua efficacia dipende dal punto nel quale viene posizionato. Nell’ingresso, scegli una parete perpendicolare alla porta d’ingresso, così che la positività che giunge dall’ambiente esterno possa trovare una via per espandersi all’interno del tuo appartamento. In salotto, puoi creare un ambiente più arioso posizionando un grande specchio sopra la mensola del camino, oppure di fronte a una ampia finestra. Anche la grandezza dello specchio è importante. Sulla parete cieca di un corridoio (quella in fondo), devi appendere uno specchio sufficientemente alto da permettere a chiunque di specchiare la sua immagine per intero.

Quali specchi scegliere

Se vuoi acquistare uno specchio, puoi optare per un negozio fisico, ma anche scegliere di sfruttare le potenzialità degli e-commerce online. Scegli con cura lo specchio che fa per te basandoti sui tuoi gusti e le tue esigenze di arredo. Puoi trovare le classiche forme tonde, ovali o rettangolari, ma anche forme più “libere” e originali, che doneranno un tocco di contemporaneità alla tua casa. Gli specchi con cornici tendono ad arredare di più, mentre quelli sprovvisti di cornice si adattano meglio ad ambienti in stile minimalista.

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Stampe e foto: come scegliere quelle giuste per arredare

La tua casa deve essere lo specchio del tuo stile. Una volta posizionati i mobili, gli accessori e aver allestito l’illuminazione, arriva il momento di “vestire” anche le pareti. Ecco qualche consiglio per arredare con classe e personalità.

Stampe d’autore

Impreziosite da una cornice moderna, le stampe con motivi grafici, disegni, foto o lettering sono perfette per suscitare l’emozione che desideri. Si tratta di oggetti artistici che non hanno nulla da invidiare rispetto ai quadri d’autore e che doneranno a qualsiasi ambiente un’eleganza senza tempo. Cosa vuoi comunicare? Tranquillità, dinamismo o originalità? L’importante è rispettare l’armonia cromatica e quella dei volumi, in modo da creare un insieme equilibrato e interessante.

Foto d’epoca

Oltre alle stampe, un’ottima soluzione per dare un tocco “vintage”, oppure per creare contrasto con scelte di tipo minimalista, è quello di acquistare dei poster con foto d’epoca. Puoi trovare anche le riproduzioni di alcuni antichi dagherrotipi: nell’angolo riservato alla lettura saranno perfette!

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Cornici: dalle origini ai nostri giorni

Per valorizzare un’opera d’arte, così come anche una foto o un poster d’autore, le cornici sono indispensabili. Dalle più semplici e lineari, così come quelle decorate a foglia d’oro, la storia della cornice ha accompagnato lo sviluppo artistico nel corso dei secoli.

L’arte antica

È noto che, già nell’antico Egitto, fino ad arrivare all’arte classica greca, era uso comune delimitare le immagini raffigurate su pareti e manufatti con cornici dipinte. Non si tratta ancora di una cornice “fisica”, anche se contribuisce non poco alla completezza delle opere.

Il Medioevo

È con l’arte sacra che la cornice assume una funzione sia strutturale che conservativa. Le grandi pale d’altare, infatti, venivano realizzate con una bordura (poi successivamente decorata con varie tecniche) che avrebbe permesso all’opera di non deformarsi.

La cornice “moderna”

Per arrivare all’invenzione dei supporti smontabili, che venivano applicati al quadro dopo averlo dipinto, bisogna aspettare la metà del 1500, con la cosiddetta cornice a battente, ovvero l’antenata delle moderne cornici.

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Fotografia urbana: consigli per realizzare scatti artistici

Se si visita una città d’arte, un borgo antico o ci si trova al cospetto di una suggestiva opera architettonica, è normale desiderare di fare una foto. Con il tempo, la fotografia urbana può diventare una passione. In realtà, si tratta di una vera e propria forma d’arte. Infatti, le opere più belle sono usate per realizzare splendide stampe per poster che vengono esposte anche in prestigiose gallerie.

Prospettiva e obiettivi

Una foto non è la rappresentazione della realtà, ma di un’emozione. Nello specifico, si tratta dell’emozione che un fotografo prova nel guardare un soggetto. Ecco quindi che la parola “prospettiva” significa il modo in cui il fotografo decide di inquadrare il soggetto. Se, ad esempio, si vuole comunicare il senso di maestosità di una cattedrale, il modo migliore per esprimerlo è un’inquadratura dal basso verso l’alto. La prospettiva può cambiare le normali geometrie che siamo abituati ad ammirare. Basta guardare una foto della Fontana di Trevi ripresa dall’alto per accorgersi di un’armonia di forme che altrimenti rimane sconosciuta. La scelta degli obiettivi dipende dal tipo di soggetto da inquadrare. Il grandangolo è perfetto per luoghi ampi (come le piazze), mentre un teleobiettivo è indispensabile per riprendere dettagli che si trovano molto lontano.

L’attrezzatura

In un’era in cui le fotocamere dei cellulari sono sempre pronte a fissare i ricordi attraverso milioni di pixel colorati, si pensa che sia sufficiente puntare un obiettivo e scattare per ottenere una foto indimenticabile. In realtà, non è affatto così. Le foto di paesaggi urbani che ammiriamo su poster e riviste, sono il prodotto di una grande esperienza e dell’attrezzatura giusta. Si può cominciare con una fotocamera con un tele e un grandangolo, per essere in grado di lavorare sia sulle distanze che sulle prospettive ravvicinate. Se si ha intenzione di sperimentare con l’esposizione o con scatti che catturino il movimento in contrasto con la staticità di costruzioni e palazzi, bisognerà munirsi di un cavalletto.

I corsi di fotografia

Per affinare la propria tecnica, è possibile frequentare corsi specifici di fotografia urbana. Normalmente, vengono organizzati dalle accademie di fotografia e consistono in lezioni itineranti che si svolgono in città o nelle zone limitrofe, in orari diversi della giornata. In questo modo, sarà possibile sperimentare con luci diverse e differenti esposizioni.

Esporre le foto

Una volta che è la foto è stata stampata, si può montare su supporti appositi, che possono essere appesi al muro, anche senza cornice. Sul web, si possono trovare poster di alta qualità, realizzati con scatti di fotografi professionisti e stampati su carta di alta qualità. Se incorniciati, questi poster dureranno nel tempo e potranno abbellire qualsiasi ambiente, da un salotto elegante a un ufficio moderno.

Arte e fotografia

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La fotografia al servizio del chirurgo (e dei pazienti)

Il binomio tra fotografia e chirurgia estetica non è scontato, eppure è di fondamentale importanza. Ogni volta che viene effettuato un intervento, infatti, è necessario “documentare” l’aspetto del paziente sia prima che dopo l’operazione.

In alcuni casi, è necessario attendere qualche settimana, per poter apprezzare il risultato definitivo dell’intervento. La foto è uno strumento importante, che può essere usato dal paziente anche in sede legale, nel caso di eventuali problematiche riscontrate.

Foto pre e post operatorie: come affrontarle

Dal punto di vista di un paziente che vuole sottoporsi ad un intervento per migliorare l’aspetto del proprio corpo, può essere difficile mettersi – letteralmente – a nudo davanti a un obiettivo. Ecco perché è fondamentale che il fotografo sappia creare un’atmosfera di fiducia, che gli permetterà di svolgere il proprio lavoro senza mettere il soggetto in imbarazzo.

Uno degli aspetti più soddisfacenti di questo lavoro è non solo quello di poter documentare la trasformazione di un corpo, ma anche di essere testimone di un ritrovato benessere. Ad esempio, una paziente che si è sottoposta ad un mastectomia, potrà ritrovare il sorriso a seguito di un intervento che, attraverso protesi seno rotonde, riuscirà a donare nuovamente un aspetto salutare al suo fisico e, soprattutto, a consentire un rinnovato equilibrio anche a livello psicologico.

La funzione “pubblicitaria” delle foto dei pazienti

A partire dagli anni Ottanta, la fotografia medica è diventata il biglietto da visita dei professionisti della chirurgia estetica. Un’immagine vale, in questo caso, davvero più di mille parole. Le fotografie del “prima” e del “dopo” dei pazienti vengono mostrate anche a convegni e simposi, per documentare l’utilizzo di tecniche innovative, a scopo di informazione e divulgazione scientifica.

Interventi di lifting, gli effetti positivi delle protesi al seno rotonde di ultima generazione, le potenzialità della chirurgia laser: i corpi dei pazienti ritratti in foto sono il coronamento della ricerca in questo campo medico così all’avanguardia.

Il Don Allen Studio

Questo studio di New York vanta un’esperienza di decenni nel campo della fotografia medica. Con l’avvento della fotografia digitale, ha perso forse qualche cliente, ma rimane comunque una delle realtà storiche in questo campo, alla quale si sono rivolti un numero impressionante di cliniche, chirurghi e pazienti. Lo studio è specializzato in tutti i settori della medicina, compresa quella odontoiatrica.

Alcuni famosi professionisti del settore

Tra i nomi che spiccano per il loro impegno in questo ambito della fotografia, troviamo quello di Mia Berg, che ormai da molti anni ha messo le sue capacità e “occhio” di artista al servizio dei pazienti, riuscendo a diventare una delle professioniste più esperte e ricercate.

Berg è riuscita in questo intento riuscendo a trovare il giusto approccio con i pazienti, riconoscendo le loro fragilità e non avendo timore di confrontarsi con un ambito di intervento tanto difficile quanto necessario. Altri due nomi noti sono quelli della fotografa coreana Hi Yeo e dell’inglese Phillip Toledano: vi consigliamo di approfondire il loro lavoro cercandoli su internet!

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La fotografia a beneficio dell’arte

Un altro dei grandi cambiamenti apportati dalla fotografia riguarda il modo di fruire dell’arte: fino all’invenzione della camera oscura, del dagherrotipo e di tutte quelle evoluzioni che porteranno alla nascita della fotografia istantanea, per ammirare un’opera artistica si era costretti a vederla dal vivo. Ma spesso le principali opere si trovavano nelle case dei benestanti o nelle Cappelle private dell’aristocrazia; la massa non poteva accedervi.

È grazie alla fotografia (ma non solo) che l’arte diventa fruibile a tutti: ammirare i capolavori artistici di Caravaggio o di Leonardo ora è possibile in qualunque momento, anche in dettaglio. Certamente lo stupore generato dall’opera vista dal vivo è impareggiabile, tuttavia la conoscenza di cui siamo potenzialmente in possesso è enorme anche senza recarci direttamente nei musei. Non per niente “La Gioconda” è diventato il dipinto più famoso al mondo nel momento in cui la stampa ha potuto diffonderne le immagini.

Non finisce qui: la fotografia ha permesso agli storici dell’arte di compiere analisi approfondite anche a distanza, soprattutto grazie all’invenzione delle pellicole a colori, contribuendo a diffondere lo studio della pittura (ma anche della scultura) in modo più democratico e capillare.

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La fotografia ha cambiato l’arte

Sin dalla notte dei tempi, la pittura è stata un tentativo di imitare la realtà: dagli uomini primitivi che nelle caverne riproducevano delle scene di caccia alle prime sperimentazioni della tridimensionalità da parte di Giotto, sembra sia rimasto immutato il nostro bisogno atavico di mostrare degli scenari verosimili. L’arte pittorica ha potuto così evolversi indisturbata fino all’invenzione della fotografia a metà del XIX secolo. È la potenza di questo strumento a cambiare definitivamente il corso degli eventi, mutando la percezione del reale e il modo di interagire con la verosimiglianza.

La fotografia diventa in poco tempo lo strumento principale per conoscere la realtà in virtù della sua capacità di superare l’occhio umano. Un esempio è la corsa dei cavalli: sino all’Ottocento si credeva che i cavalli al galoppo staccassero completamente le quattro zampe da terra in massima estensione. È necessaria una prova dimostrativa organizzata da Eadweard Muybridge, un fotografo britannico pioniere della fotografia del movimento, per osservare le movenze reali dei cavalli in corsa. Il risultato sconvolgerà i pittori dell’epoca e li convincerà definitivamente ad affidarsi alla fotografia per ritrarre meglio la realtà.

La fotografia è anche strettamente legata al cinema: il 6 gennaio 1896, in occasione della proiezione del cortometraggio “Arrivo di un treno alla stazione di La Ciotat” dei fratelli Lumière, i fotogrammi in movimento del treno che sopraggiunge frontalmente in sala, lasciano di stucco gli spettatori, che leggenda vuole fuggano terrorizzati. Dopo aver sconvolto la pittura, la fotografia sconvolge le persone.

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Henri Cartier-Bresson

Nato in Francia a Chanteloup-en-Brie nel 1908, Henri Cartier-Bresson è forse stato il più grande fotografo di tutti i tempi. In grado di catturare il momento cruciale, le sue fotografie sprigionano la forza prorompente dell’attesa, ogni scatto muove dalla stoica pazienza del suo autore.

È stato tra i maggiori esponenti della fotografia umanista, il cui scopo era mostrare gli esseri umani inseriti nella società, con una maggiore attenzione per la vita di strada, la routine quotidiana e le classi sociali più svantaggiate.

Durante la guerra civile in Spagna e la Seconda guerra mondiale lavorò come fotoreporter documentando presso i luoghi di conflitto e acquisendo sempre più notorietà. Fu così che si ritrovò a realizzare i ritratti dei più noti protagonisti del 1900, come Matisse, Picasso o Marie Curie. Fu anche il primo giornalista occidentale a visitare l’URSS dopo la morte di Stalin e il primo fotografo a esporre le sue fotografie al Louvre di Parigi.

In tarda età tornò a dedicarsi alla pittura, la sua prima passione, senza mai rinunciare al tentativo di catturare il momento decisivo anche nei suoi dipinti. Si spense nell’agosto del 2004 a 95 anni.

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Il primo “fotografo”

La prima camera oscura viene ufficialmente presentata il 19 agosto 1839 all’Accademia delle Arti Visive di Parigi: è questo il giorno che oggi usiamo indicare come nascita della fotografia. In realtà la prima fotografia viene scattata tredici anni prima da Joseph Nicéphore Niépce, è la famosa “Vista dalla finestra a Le Gras”, un’eliografia su lastra di stagno ottenuta dopo un’esposizione di ben 8 ore.

Costretto ad abbandonare la carriera militare per motivi di salute, Niépce si era dedicato anima e corpo alle tecniche di fissaggio delle immagini tramite la camera oscura. Per sviluppare la sua invenzione, collabora con Louis Daguerre, pittore di scenografie teatrali famoso per l’uso del palcoscenico semitrasparente, il cosiddetto diorama. Sperimentando con la camera oscura alla ricerca di un modo per fissare l’immagine proiettata, inizia un sodalizio lavorativo con Niépce che dovrà terminare da solo per la morte improvvisa di quest’ultimo.

È per questo che la prima vera tecnica che consente il fissaggio permanente di un’immagine viene chiamata dagherrotipo. Si tratta di una camera oscura che restituisce un’immagine rovesciata grigiastra e resistente alla luce. Presenta però due problematiche: i materiali utilizzati, rame, argento, tiosolfato e mercurio, la rendono da un lato estremamente costosa, dall’altro molto pericolosa per la salute.