Dagli scatti degli esordi alle prime macchine fotografiche portatili

DiMagnus

Dagli scatti degli esordi alle prime macchine fotografiche portatili

Ufficialmente si considera il 9 luglio 1893 come la data di invenzione della fotografia, quando il procedimento fotografico dello scenografo Louis Daguerre ottiene il brevetto dell’Accademia di Scienze di Parigi. La prima fotografia viene chiamata dagherrotipo: richiede una lunga esposizione e diversi passaggi in camera oscura, dando come risultato l’immagine speculare dell’oggetto ripreso. Il dagherrotipo, che è possibile copiare e replicare, cambia il mondo in un attimo, mostrando la realtà nuda e nitida in un modo nuovo e fino ad allora neanche immaginabile.

Nel frattempo In Inghilterra William Henry Fox Talbot inventa i cosiddetti disegni fotogenici, delle immagini negative che si deteriorano in poco tempo diventando inutilizzabili; grazie al bagno di fissaggio creato dallo scienziato John F.W. Herschel, nel 1841 Talbot migliora la sua tecnica e riesce a creare i calotipi, i primi negativi su carta.

Le foto dell’epoca vengono stampate sulla “carta salata”, un foglio imbevuto di soluzione salina. La rapida espansione del settore spinge a continue scoperte, così nascono prima la carta all’albumina (così chiamata perché sfrutta l’albume dell’uovo) e successivamente le stampe al carbone, opera di Alphonse-Louis Poitevin.

Alla fine del secolo, i cambiamenti tecnologici a seguito della rivoluzione industriale investono anche l’ambito fotografico: a partire dal 1890, le macchine fotografiche a lastra vengono sostituite da quelle con il rullino, il cui sviluppo verrà eseguito dagli appositi laboratori. Ciò significa che ora i fotografi hanno a disposizione mezzi tecnici portatili, più efficienti e leggeri, che gli consentono di viaggiare liberamente in solitaria o come parte dell’equipaggio di missioni belliche, scientifiche e naturalistiche.

Nascono i primi documentaristi: gli americani Alexander Gardner e Timothy O’Sullivan, l’inglese Roger Fenton, sono solo alcuni dei fotografi che sfruttano la nuova tecnologia per mostrare il mondo dal punto di vista geografico, culturale ed etnografico, avventurandosi anche in Oriente. Città, chiese, monumenti e panorami vengono fotografati a beneficio dei turisti o come testimonianza dei disagi vissuti da intere popolazioni, rendendo la fotografia un vero e proprio strumento di riferimento per riportare la realtà agli occhi dei cittadini di tutto il pianeta.

In parallelo nasce il modello Kodak, inventato da George Eastman. Lo slogan con cui viene pubblicizzato racconta bene quale rivoluzione stia vivendo l’epoca: “premete il bottone, noi faremo il resto”.

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